Curiosità
“Di Venere e di Marte né ci si sposa né si parte nè ci si dà all'arte”: il martedì è il giorno del dio della guerra, Marte, mentre il venerdì, per tradizione, è quello in cui vennero creati gli spiriti maligni. Solo in Norvegia il venerdì è un giorno nel quale vengono celebrati molti matrimoni, considerato particolarmente fortunato poiché sotto la protezione della dea dell’amore e della bellezza, Venere. Per quanto riguarda gli altri giorni della settimana, il lunedì e il mercoledì sono considerati di buon auspicio per la salute e la fortuna, il giovedì recherebbe dispiaceri alla sposa, mentre il sabato è considerato giorno di cattivo augurio.
Sembra che sia fondamentale anche la scelta del mese in cui sposarsi:
gennaio: per esempio, è mese che porta affetto, gentilezza a fedeltà;
febbraio: epoca degli amori e degli accoppiamenti, è il mese migliore per prendere la fatale decisione;
marzo: promette sia gioia che pene;
aprile: invece promette soltanto gioie;
maggio: non va scelto per nessuna ragione ("la sposa maiulina nun si godi la curtina");
giugno: gli sposi avranno la fortuna di viaggiare molto, per terra e per mare ed è anche il mese dedicato a Giunone, la dea che protegge l'amore e le nozze;
luglio: annuncia fatiche e lavoro per guadagnarsi la vita;
agosto: assicura che la vita sarà ricca di cambiamenti;
settembre: coprirà gli sposi di ricchezze e allegria;
ottobre: vuol dire molto amore, ma il denaro stenterà ad arrivare;
novembre: porta felicità;
la neve di dicembre assicura alla coppia amore eterno.
Ecco, giusto solo maggio è il mese sfigato! Ma va va va!
La sposa deve indossare “Something old, something new, something borrowed, something blue”. Qualcosa di vecchio: simbolo del passato, come rispetto della tradizione, finalizzato ad evidenziare il legame con la propria famiglia e, di conseguenza, con tutte le esperienze vissute dalla sposa prima delle nozze; qualcosa di nuovo: come proiezione verso il futuro, segno di fortuna e successo durante la vita coniugale; qualcosa di prestato: come simbolo dell'importanza dell'amicizia durante la vita coniugale (e della felicità, se prestato da un'amica sposa felice); qualcosa di regalato: per ricordare il bene delle persone care; qualcosa di blu: che, secondo un’antica credenza, rappresenta purezza e fedeltà. In passato, era spesso una fascia che avvolgeva la vita dell’abito nuziale o l'abito stesso; oggi è più spesso una giarrettiera del medesimo colore.
La tradizione vuole che gli sposi non si vedano né si parlino il giorno delle nozze e quello precedente all'incontro in chiesa: è vietatissimo fare colazione insieme e anche le comunicazioni dell'ultima ora devono avvenire per via indiretta, attraverso parenti o amici. E’ considerato di buon auspicio il risveglio della sposa con il canto degli uccelli.
Lo sposo non deve assolutamente vedere l'abito della sposa prima del matrimonio. Nè la sposa può guardarsi allo specchio prima del "sì". Se proprio non resiste, dovrà farlo togliendosi qualcosa (un guanto, una scarpa, etc.).
Lo sposo non deve dimenticare nulla in casa. Una volta fuori, per nessun motivo deve tornare sui propri passi: sarebbe indice di trascuratezza e poca decisione, come se volesse tirarsi indietro all’ultimo momento (ecco perché è bene che in questi frenetici momenti sia seguito passo passo da un amico o da un testimone).
Alla fine del rito, un gesto bene augurante è offrire alla sposa, da parte dello sposo, una spiga di grano. La terra e la donna sono unite da una fortissima analogia simbolica: come la terra arata germoglia dopo aver ricevuto i chicchi di grano, così alla donna viene affidato con il matrimonio il grande compito di perpetuare la vita. In alcuni paesi del Sud Italia la sposa, subito dopo il matrimonio, regala un rametto d’ulivo alla suocera, per evitare discordie.
L’usanza, considerata ormai cattiva abitudine, di suonare il clacson durante il corteo nuziale non è nata, come molti pensano, per attirare l’attenzione della gente: deriva invece dalla convinzione che, così facendo, si possano mettere in fuga gli spiriti maligni.
Di norma la bomboniera contiene un numero dispari di confetti, cioè indivisibile come il matrimonio. Generalmente il numero è 5, corrispondente alle doti indispensabili per un buon matrimonio: salute, felicità, fertilità, longevità e ricchezza.
Dall'antica Roma deriva l'usanza di prendere tra le braccia la sposa quando entra per la prima volta nella casa coniugale. Si ricorreva a questo per evitare che, nell'emozione del momento, la sposa potesse inciampare sulla soglia: un presagio infausto perché significava che le divinità della casa non la volevano accogliere.
Una novità: dall'anno liturgico 2004-2005 è cambiato il rito del matrimonio: La frase "prendo te" è divenuta "accolgo te".